Sito della Venere di Milo

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Sito della Venere di Milo

Vicino alla città di Plaka, ai piedi delle antiche mura della città di Melos, venne ritrovata la famosa Venere di Milo. Successivamente questa zona diventò un importante sito archeologico, dove vennero rinvenuti anche un antico anfiteatro romano e le Catacombe paleocristiane.

L’Afrodite di Milo, meglio nota come la Venere di Milo, è una delle statue più conosciute e ammirate in assoluto. Si tratta di una scultura in marmo bianco alta 202 cm, considerata uno dei maggiori capolavori dell'arte ellenistica. La Venere di Milo è databile dal 130 al 100 a.C. ed è oggi conservata al Museo del Louvre di Parigi. Le fonti più attendibili attribuiscono la Venere di Milo allo scultore greco Alessandro di Antiochia vissuto nel I secolo a.C., mentre in passato alcuni la attribuirono erroneamente a Prassitele.

La Venere di Milo è considerata da molti critici e storici dell'arte una delle massime rappresentazioni della bellezza femminile. L'unico ad avere un parere contrario fu il pittore francese Pierre-Auguste Renoir che la definì "un gran gendarme".

La grande fama che raggiunse la Venere di Milo nel XIX secolo non fu dovuta soltanto alla sua bellezza e alla sua perfezione, ma anche alla grande "propaganda" che venne fatta delle autorità francesi. Nel 1815, infatti, la Francia dovette restituire un altro capolavoro ellenistico, la Venere de' Medici agli italiani, che era stata portata in Francia da Napoleone Bonaparte. La Venere di Milo, dunque, venne "sponsorizzata" dai francesi per rimpiazzare così la perdita dell'altra opera.

Il ritrovamento della Venere di Milo

La Venere di Milo venne ritrovata nell'isola di Milos l’8 aprile del 1820 da George Kentrotas, un agricoltore, mentre lavorava nel suo campo vicino la città di Plaka, ai piedi delle antiche mura della città di Melos, l'antica capitale dell’isola. La statua della Venere fu ritrovata in pezzi: prima fu ritrovato il busto, poi le gambe coperte da un drappeggio ed infine il terzo elemento, che ha consentito di unire busto e gambe. È tuttora priva delle braccia che non sono mai state ritrovate e del basamento originale che è andato perduto. Ogni abitante dell'isola di Milos conosce questa storia, provate a chiedere qualche informazione sul ritrovamento della Venere e ognuno ve la racconterà aggiungendo qualche curioso aneddoto.

Ma perché la Venere di Milo si trova al Louvre?

Su questo punto vi sono pareri discordanti, ma quello che è certo è che dopo il ritrovamento, Kentrotas nascose l'opera, ma gli fu presto sequestrata da alcuni ufficiali turchi, che al tempo del ritrovamento governavano l'isola di Milos. La notizia del ritrovamento arrivò in fretta alle orecchie di un ufficiale francese Olivier Voutie, che intuita l’importanza della scoperta se ne volle subito impossessare.

Qui le teorie di dividono: c'è chi afferma che con l'aiuto di Jules Dumont d'Urville e del Marchese di Rivière, l'ambasciatore francese, riuscirono a concludere l'acquisto con gli ottomani e a portare in dono la Venere re Luigi XVIII. Al contrario c'è chi invece conferma di avere le prove che sia stata rubata. Il sindaco di Milos, Gerasimos Damoulakis affermò: “In quel tempo eravamo in guerra, sotto il dominio turco, la statua è stata presa da un ufficiale francese e caricata su una nave da guerra, la goletta L’Estafette”. La verità su questa vicenda resta uno dei tanti misteri sulle opere greche e italiane che si trovano nel prestigioso museo francese e quello che successe dopo è storia. Nel 1821 dopo alcuni interventi di restauro, la Venere di Milo fu presentata al re Luigi XVIII e collocata al museo del Louvre, dove si trova ancora oggi.

La questione della presenza della Venere di Milo al Museo del Louvre è ancora un caso aperto, infatti sull'isola greca reclamano la Venere. Esiste un comitato per il rientro in patria della Venere, presieduto dal vicesindaco Zambeta Tourlou e sostenuto dell’Unione dei Comuni della Grecia. Si possono avere maggiori informazioni su www.takeaphroditehome.gr. L’amministrazione di Milos ha anche avviato una raccolta firme con l’obiettivo di riavere la Venere entro il 2020, il bicentenario del ritrovamento.

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